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Periodo Sengoku – Seconda e Terza Battaglia di Kawanakajima

Karate and Culture
Periodo Sengoku – Seconda e Terza Battaglia di Kawanakajima
 
Pubblicato da Kojin Sensei

Seconda battaglia di Kawanakajima (battaglia di Saigawa) 1555
In preparazione della battaglia del 1555 Shingen, per mezzo di uno dei suoi vassalli, lancia un’offensiva lungo la valle di Itoi; benché non sia un luogo strategico, questa valle si estende verso nord arrivando fino al Mar del Giappone ed il suo possesso può costituire una minaccia per la capitale della provincia di Echigo, governata da Kenshin.
In risposta, Kenshin decide di lanciare l’offensiva direttamente a Kawanakajima ed il suo esercito viene spostato ai piedi della montagna che domina la vallata ad est del Zenkō-ji, uno dei templi buddhisti più sacri in Giappone. Purtroppo per lui, il clan Kurita, a supporto di Shingen, organizza le difese del Castello Asahiyama nelle vicinanze, consolidate dall’invio da parte di Shingen di un ulteriore contingente di 3 000 soldati tra arcieri ed archibugieri.
Il corpo principale dell’esercito Takeda si attesta dall’altra parte del fiume Sai (犀川 Sai-gawa) e fronteggia le truppe di Kenshin il 4 agosto 1555. I quattro mesi successivi ha luogo la seconda battaglia di Kawanakajima: una serie di scontri, attacchi ed incursioni lungo il fiume; nessuno dei due avversari riesce a prendere il sopravvento, ostacolati dal Saigawa, in alcuni tratti ampio un centinaio di metri.
Con l’arrivo dell’inverno molti samurai ed ashigaru premono per tornare ad occuparsi delle proprie terre, ed i due rivali si vedono costretti a concludere un accordo di pace il 27 novembre. L’unica concessione strategicamente importante, è la distruzione del castello di Asahiyama.
Terza battaglia di Kawanakajima, 1557
Con la distruzione del castello di Asahiyama, nella seconda battaglia di Kawanakajima, a Takeda Shingen viene a mancare una solida base per attaccare il nord di Shinano. Decide quindi di riprendere l’offensiva concentrando i propri sforzi sulla presa del castello di Katsurayama (costruito 3 anni prima da Uesugi Kenshin). Nel marzo del 1557, approfittando della recente neve che blocca Kenshin, Shingen attacca il castello; la mancanza d’acqua (di fondamentale importanza poiché il castello non ha una fonte o un fiume all’interno delle sue mura) concorre a determinare la caduta della fortezza, comunque inutilizzabile, perché poco prima della resa i difensori danno fuoco al castello, bruciandolo completamente.
Comunque, approfittando rapidamente del vantaggio acquisito, Shingen continua la sua avanzata verso il confine: cattura il castello di Nagahama sulle rive del lago Nojiri e muove le sue truppe fino al castello di Liyama che si affaccia sulla valle del fiume Chikuma (千曲川 Chikuma-gawa).
La situazione per Kenshin diviene complicata: il confine è sotto la minaccia diretta delle forze Takeda e l’eventuale presa di Liyama significherebbe la fine della presenza del clan Uesugi nella provincia di Shinano. Kenshin decide di mobilitare le sue truppe e passare all’offensiva rendendo chiaro il suo obiettivo: forzare Shingen ad uno scontro diretto e sconfiggerlo una volta per tutte. Decide di non muovere l’esercito per prestare aiuto diretto al castello di Liyama, ma di dirigersi, come nella battaglia precedente, verso il tempio di Zenkō-ji, arrivandovi il 19 maggio; dà quindi ordine di ricostruire il castello di Asahiyama e vi si stabilisce con le truppe.
La situazione diventa evidentemente complessa: Kenshin si trova circondato dalle truppe di Shingen, ma può contare sulla protezione fornita dai castelli di Asahiyama, Motodoriyama e Liyama (che non è ancora caduto). Shingen a sua volta può fare affidamento sulle roccaforti di Nagahama (isolato nei pressi del confine), di Katsurayama (vicino al Zenkō-ji e di fronte ad Asahiyama), e soprattutto di Kasturao, più a sud, che rappresenta il punto di collegamento principale. L’obiettivo di Kenshin è quello di ingannare Shingen simulando un ripiegamento verso Liyama lungo il Chikumagawa, per affrontarlo colpendo con le truppe da Motodoriyama sul fianco, e con quelle da Liyama sulle retrovie avversarie.
Malauguratamente per lui, Shingen non si muove. Per costringerlo a combattere, Kenshin effettua diverse incursioni tra cui una che lo vede risalire quasi fino alla valle del Saku. Shingen rimane imperturbabile; sta sì preparando come risposta un grande attacco, ma in una direzione diversa: la valle di Itoi, situata ad ovest, che offre una porta di accesso verso la provincia di Echigo e la capitale di Kenshin, Katsugayama. Lanciato nel mese di agosto, questo attacco permetterà la presa del castello di Otari; Katsugayama è ora distante non più di 20 chilometri.
L’offensiva progettata inizialmente da Kenshin perde la sua utilità, ed il Daimyō decide di ripiegare verso Liyama per rientrare a Shinano; nel contempo Shingen decide di avanzargli contro con le truppe. Sebbene questa fosse la situazione inizialmente auspicata da Kenshin per ingaggiare battaglia, nei fatti lo scontro si rivela come una serie di scaramucce minori tra retroguardie.
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