Milano january 2017 visit with us Hokusai
EVENTS
autoritratto Hokusai circa 1830
Luogo: Palazzo Reale, Piazza del Duomo, 12 Milano
Data: dal 22 settembre 2016 al 28 gennaio 2017
Per informazioni:
secretary@world-traditional-karate-federation.com
Le opere dei grandissimi artisti giapponesi Hokusai, Hiroshige e Utamaro saranno esposte dal 22 settembre 2016 fino al 29 gennaio 2017 a Milano presso Palazzo Reale con una mostra, organizzata dal Comune di Milano e da MondoMostre Skira in collaborazione con Honolulu Museum of Art, è uno dei grandi eventi in programma per celebrare il 150° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Giappone e Italia.
Una straordinaria selezione di 200 xilografie policrome e libri illustrati, tra cui l’iconica Grande onda e la serie delle Trentasei vedute del monte Fuji di Hokusai, provenienti dalla prestigiosa collezione dell’Honolulu Museum of Art, mostra l’abilità e l’eccentricità dei tre grandi maestri dell’ukiyo-e, ed evidenzia come il mercato dell’immagine richiedesse loro di trattare soggetti simili, luoghi e volti ben noti al pubblico, temi e personaggi di spicco. Una domanda intorno alla quale crescevano inevitabilmente rivalità, prima ancora che tra gli stessi artisti, tra editori che si contendevano i migliori pittori, incisori e stampatori per dar vita a serie di stampe sempre diverse, verticali, orizzontali, in forma di ventaglio, in formato di libro per soddisfare un mercato dell’editoria sempre più esigente e ampio.
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Katsushika Hokusai[1] (葛飾 北斎?) (Edo, ottobre o novembre 1760 – Edo, 10 maggio 1849) è stato un pittore e incisore giapponese, conosciuto principalmente per le sue opere in stile ukiyo-e.
Artista eccentrico e meticoloso, deve la sua fama principalmente alle stampe, nonostante rimase attivo nel campo della pittura come in quello della grafica. In una carriera lunga più di sessant'anni esplorò varie forme d'arte cimentandosi nella produzione di xilografie a soggetto teatrale, di stampe augurali a circolazione privata (surimono) e, negli anni trenta dell'Ottocento, di serie paesaggistiche, come dimostrano le opere Vedute di ponti famosi, Cascate famose in varie province, Cento vedute del Monte Fuji e Trentasei vedute del Monte Fuji, che riflette in parte un attaccamento personale al Monte Fuji. Opere collegate a questa serie sono La grande onda di Kanagawa e il Fuji nelle giornate limpide che hanno sostenuto la fama di Hokusai, sia in Giappone che all'estero.
A causa di una serie di problemi famigliari, dovuti soprattutto alla sconsideratezza di figli e nipoti, visse per un certo periodo nella povertà estrema, situazione che lo portò a pubblicare una serie di manuali didattici per principianti e professionisti, quali Brevi lezioni di disegno semplificato e i Manga. La sua passione per il genere letterario, nata probabilmente durante l'adolescenza quando faceva il fattorino per una biblioteca ambulante[2], lo spinse a scrivere e illustrare uno svariato numero di libri gialli e di racconti per donne e bambini, oltre ad occuparsi dell'illustrazione di grandi classici della letteratura. Fu inoltre un eccellente poeta di haiku[3].
I suoi lavori furono un'importante fonte di ispirazione per molti impressionisti europei come Claude Monet e post-impressionisti come Vincent van Gogh e il pittore francese Paul Gauguin. Nei diversi aneddoti relativi alla sua vita si racconta che abbia cambiato residenza più di novanta volte e che avesse l'abitudine di modificare continuamente il nome d'arte.
« Dall'età di sei anni ho la mania di copiare la forma delle cose, e sono cinquant'anni che pubblico disegni ma, tra quel che ho raffigurato, non c'è nulla degno di considerazione. A settantatré anni ho a malapena intuito l'essenza della struttura di animali e uccelli, insetti e pesci, della vita di erbe e piante e perciò a ottantasei progredirò oltre; a novanta ne avrò approfondito ancor più il senso recondito e a cento anni avrò forse veramente raggiunto la dimensione del divino e del meraviglioso. Quando ne avrò centodieci, anche solo un punto o una linea saranno dotati di vita propria. Se posso esprimere un desiderio, prego quelli tra lor signori che godranno di lunga vita di controllare se quanto sostengo si rivelerà infondato. »
(Katsushika Hokusai, postfazione di Cento vedute del Monte Fuji, 1835[4][5])
Giovinezza e periodo di formazione[modifica | modifica wikitesto]
L'attore Iwai Hanshirō nel ruolo di Kashiku, una delle prime opere in assoluto di Hokusai firmate con il nome di Shunrō
Hokusai, terzo figlio di Kawamura Itiroyemon, nacque a Edo nel nono mese del decimo anno dell'era Hōreki (ottobre-novembre 1760), nel quartiere Honjō Warigesui, con il nome di Tokitarō[6][7]. Non fu mai riconosciuto ai fini della successione ed è probabile che sua madre fosse una concubina[8]. All'età di quattro anni venne adottato da una prestigiosa famiglia di artigiani, i Nakajima, fabbricanti di specchi al servizio dello shogunato Tokugawa[7]. Ebbe due fratelli più grandi e una sorella minore, ognuno dei quali morì durante l'infanzia[9]. Suo nonno adottivo fu un soldato al servizio del clan Kira che cadde per mano di uno dei quarantasette rōnin durante il compimento della vendetta di questi ultimi nei confronti di Kira Yoshinaka[10].
All'età di dodici anni Hokusai lavorò come fattorino in una biblioteca ambulante, mentre a quattordici iniziò il suo apprendistato presso un intagliatore di matrici tipografiche[11][12], periodo in cui ebbe modo di incidere le ultime sei pagine di un romanzo umoristico di Sanchō sotto lo pseudonimo di Tetsuzō[7]. Tali esperienze nel mondo del commercio librario e nell'ambito delle tecniche di stampa contribuirono alla sua formazione come incisore[13], facendo crescere nel giovane Hokusai la passione per il disegno[11]. Nel 1778, all'età di diciotto anni, decise così di abbandonare la professione di semplice intagliatore per entrare nello studio di Katsukawa Shunshō, uno degli artisti ukiyo-e più celebri dei suoi tempi, dove ebbe modo di specializzarsi nella produzione di stampe a soggetto teatrale e nell'illustrazione di romanzi popolari (kibyōshi)[14]. Dopo un anno il maestro lo fregiò con il nome di Shunrō, pseudonimo con il quale pubblicò i suoi primi lavori nel 1779[12].
Dopo la morte di Shunshō nel 1793, Hokusai si sentì libero di sviluppare uno stile più personale, maturato attraverso gli studi delle tecniche delle scuole giapponesi di pittura Kanō, Tosa e Rinpa, prendendo, tuttavia, ispirazione per i suoi lavori soprattutto dalla pittura europea, in particolare da quella olandese e francese[15]. Questa sua emancipazione artistica non fu mai accettata dal nuovo caposcuola Shunkō, che dopo diverse vicissitudini costrinse Hokusai a lasciare lo studio. Un episodio in particolare spinse Hokusai, allora poco più che trentenne, a ricercare la via dell'indipendenza e a tagliare qualsiasi legame con gli stili che lo precedettero: aveva dipinto l'insegna di un rivenditore di stampe, il quale ne era rimasto soddisfatto al punto da esporla in bella vista davanti all'ingresso del suo negozio. Un altro allievo della scuola Katsukawa passando di lì la notò e, non ritenendola degna e all'altezza della reputazione della scuola, la strappò. Dopo aver rotto i rapporti con Shunkō, Hokusai prese la particolare abitudine di cambiare continuamente residenza, vivendo non più di uno o due mesi nello stesso posto, probabilmente per sentirsi pienamente libero di seguire il suo estro e la sua ispirazione del momento[16][17].
Primavera a Enoshima (1797) ripropone gli stessi elementi che compongono l'opera Veduta di Shichirigama vicino a Kamakura nella provincia di Sagami di Shiba Kōkan, uno dei maggiori esponenti della scuola Rinpa
Inizialmente tale scelta si rivelò infelice, costringendo Hokusai ad abbandonare momentaneamente l'arte per dedicarsi all'attività più remunerativa di venditore ambulante di spezie e almanacchi. Dopo un periodo vissuto in povertà, un inaspettato quanto ben retribuito lavoro commissionatogli riaccese in lui la speranza e la voglia di dipingere[18]; è in questo periodo che Hokusai si cimentò nella produzione di surimono (cartoline di fine anno e altre festività) e di illustrazioni di kyōka ehon (libretti satirici), che gli permisero di iniziare a farsi un nome nell'ambiente dell'arte giapponese[19][20]. Tra il 1789 e il 1800 scrisse e illustrò inoltre uno svariato numero di racconti per donne e bambini, ed ebbe modo di prendere dimestichezza con l'uso della prospettiva, oltre a intraprendere gli studi della grande arte cinese.